Biodegradabile e compostabile: conosciamo davvero il loro significato? Due parole spesso usate come sinonimi nel linguaggio comune, in realtà molto diverse tra loro. 

La confusione presente su questi termini genera molti errori nello smaltimento dei rifiuti domestici. Confondere prodotti biodegradabili con prodotti compostabili inficia il processo di riciclo, con conseguenze inevitabili per l’ambiente. Informarsi sull’argomento e comprendere la differenza tra queste due tipologie di materiale è il primo passo per una raccolta differenziata consapevole e fatta nel modo giusto. 

Cosa significa biodegradabile? 

I prodotti biodegradabili sono realizzati con materiali che si decompongono nel tempo trasformandosi in metano, CO2, acqua e sali minerali. Ne esistono di varie tipologie, ognuna con tempi di smaltimento diversi. 

Alcuni prodotti possono richiedere anni o decenni per completare il processo di decomposizione. Per questo, la sola dicitura biodegradabile non basta. Per avere un rifiuto biodegradabile che sia anche ecologico, la normativa impone che il 90% del materiale debba scindersi in componenti più semplici in massimo 6 mesi. Non solo, la norma UNI EN 13432 stabilisce ulteriori parametri in base al contesto in cui avviene Il processo di biodegradazione. In base alla temperatura e all’umidità dell’ambiente, la durata e la  modalità di scissione possono variare. 

Come smaltire un prodotto biodegradabile?

Un rifiuto biodegradabile non è innocuo per l’ambiente. Anche se è destinato a decomporsi con il tempo, è importante seguire le istruzioni date dal produttore per conferirlo nel bidone corretto. Alcuni prodotti infatti richiedono un ambiente specifico per completare il processo di scissione, come lo smaltimento attraverso temperature elevate o all’interno di un sistema di compostaggio industriale. 

Cosa vuol dire compostabile? 

Un materiale compostabile è un materiale che può essere conferito nel bidone dell’organico perché in grado di trasformarsi, attraverso il processo di compostaggio, in compost. 

Perchè un prodotto sia compostabile, la normativa europea UNI EN 13432 stabilisce che deve decomporsi al 90%, in un periodo di massimo 3 mesi, se messo a contatto con altri residui organici. Deve avere inoltre superato i test di ecotossicità e non avere quindi nessun effetto negativo sull’ambiente.

In Europa, uno degli enti terzi che certifica la compostabilità è il gruppo TÜV AUSTRIA. Un organismo indipendente di ispezione e certificazione che segue le direttive dettate dell’Unione Europea. 

Dove butto un rifiuto compostabile?

Se sull’etichetta troviamo la dicitura compostabile, il prodotto può e deve essere conferito nell’umido. Anche in caso di imballaggi, bottiglie o packaging che possono sembrare di plastica ma riportano la certificazione Ok compost di TÜV AUSTRIA

Differenza sostanziale tra compostabile e biodegradabile? 

La differenza tra un materiale biodegradabile e uno compostabile sta nel modo in cui si smaltiscono. Un prodotto compostabile si disintegra in meno di 3 mesi a contatto con altri residui organici, mentre un materiale biodegradabile si degrada entro 6 mesi, in diverse condizioni di smaltimento. 

Un materiale compostabile è sempre biodegradabile, ma non il contrario. Di conseguenza, il prodotto biodegradabile deve essere conferito nell’apposito bidone (plastica, carta…) secondo le indicazioni che ci dà l’etichetta.